In onda dal 15 luglio su Peacock, Dr Death racconta l’inquietante storia del neurochirurgo sociopatico Christopher Duntsch. Basata su fatti realmente accaduti e sull’omonimo podcast del 2017, la serie porta sul piccolo schermo un cast più che promettente e la giusta atmosfera emotiva.
Ieri sera, presa dal bisogno insaziabile di trovare qualcosa di nuovo a cui appassionarmi, ho iniziato Dr Death. La mia ipocondria e la mia paura di ospedali e medici, sentitamente, ringraziano. No, sul serio, se avessi visto questa serie anche solo prima di andare dal dentista penso che sarei scappata su Marte. Ma andiamo per gradi, perché ho visto solamente il primo episodio e quindi – sicuramente – non ho ancora visto niente.
Prodotta da Peacock, la serie è un adattamento dell’omonimo podcast del 2018. Personalmente, non ho ascoltato il podcast perché ero curiosa di vedere la serie e rivedere finalmente Joshua Jackson. Per chi aspettasse di vederla in italiano, la serie sarà disponibile doppiata dal 12 settembre su Starz Play. Il problema vero di questa serie, però, è che è basata su fatti realmente accaduti. Non è solo un problema: è semplicemente agghiacciante. E la cosa più agghiacciante è che ho trovato tantissimi commenti su TV Time di persone che, negli USA, hanno vissuto da vicino questa vicenda.
Chi è Christopher Duntsch, il neurochirurgo sociopatico protagonista di Dr Death e della cronaca nera
Il dottor Christopher Duntsch, promettente neurochirurgo, è stato realmente accusato di aver volontariamente ferito, durante i suoi interventi, 33 pazienti su 38. Nel 2017, dopo essere stato radiato dall’albo dei medici, è stato condannato all’ergastolo. Un anno dopo, appunto, la sua storia è finita su un podcast che ha poi dato vita alla serie TV.
Nella serie, vediamo Duntsch interpretato da Joshua Jackson. Uno Joshua Jackson completamente diverso da quello cui ero abituata. Lo ammetto, non sono una grande fan della sua filmografia, ma il suo sguardo così dolce non sono mai riuscita a togliermelo dalla testa. No, non lo seguo da Dawson’s Creek, ma da Fringe (che non ho mai finito, mea culpa). Ebbene, Jackson non solo è estremamente inquietante in questo ruolo ma anche fastidiosamente perfetto. Incarna alla perfezione un chirurgo pieno di sé e spocchioso, vanitoso e con seri problemi di autostima amplificata. In pratica, continua a ritenersi invincibile e a non accettare critiche o consigli da nessuno, convinto di essere la migliore speranza per chiunque. Sociopatico ai massimi livello, convinto di essere invincibile e sempre – sempre – dalla parte della ragione.
Un cast promettente per una serie dalle atmosfere inquietanti
Lo si evince, in modo ancora più inquietante e malato, dal modo in cui risponde ad ogni critica che gli viene posta. Non accetta che qualcuno possa mettere bocca sul suo lavoro, anche se un’intera sala operatoria assiste mentre prende a scalpellate violente la spina dorsale di una paziente fino a farla quasi morire dissanguata. Non è colpa sua, lo ripete sempre. L’errore è degli altri, probabilmente di qualcuno della sua equipe, ma non suo. Il dottor Duntsch ha sempre qualcuno da incolpare che non sia lui, perché lui è perfetto. Saccente, arrogante, presuntuoso, antipatico fin dal primo istante. Eppure i suoi pazienti, all’inizio, si fidano di lui. Come se fossero fan sfegatati del dottor House e pensassero di averne uno simile davanti. Il problema, però, è che Duntsch è uno psicopatico.
Sulla scena, insieme a Jackson, un cast davvero promettente. Alec Baldwin e Christian Slater interpretano, rispettivamente, il dottor Handerson e il dottor Kirby, due chirurghi dello stesso ospedale. Fin dal primo episodio, Handerson e Kirby capiscono che c’è qualcosa che non va in Duntsch. Su tre interventi, già due danni irreversibili, di cui uno probabilmente letale. È chiaro che i due medici, così diversi tra loro ma fin da subito compatibili e affiatati nell’intento di fermare Duntsch, faranno di tutto per portare allo scoperto questi orrori avvenuti nelle sale operatorie.
Quali sono le domande a cui Dr Death dovrà rispondere?
Il pilot, di per sé molto affascinante e coinvolgente – sebbene un tantinello ansiogeno – porta a noi tre nodi fondamentali che la serie dovrebbe sciogliere nei prossimi episodi.
Primo nodo
Duntsch opera tre donne, ma mentre a due causa dei danni irreversibili, la terza è completamente salva. Parliamo della signora Keller, che si evince essere una sua vecchia conoscenza, probabilmente una sua insegnante delle scuole superiori. La signora si fida ciecamente di lui e Duntsch, stranamente, non delude le sue aspettative. La paziente è sana e salva. Deve esserci un motivo dietro tutto ciò. Tiene particolarmente a lei per qualche ragione? Colpisce solo vittime che hanno qualcosa che gli ricordi brutte esperienze o che siano legate a qualcuno che vuole ferire? Insomma, perché non danneggia volontariamente la signora Keller?
Secondo nodo
Sembra che Duntsch abbia una ex moglie, o compagna. Nell’unico incontro che vediamo tra i due nel primo episodio, lei sembra molto spaventata e lo minaccia di chiamare la polizia. Dal loro dialogo, pare che i due lavorassero insieme e lei gli rinfaccia la morte di una ragazza. Cosa su cui, ovviamente, Duntsch glissa, attribuendo la colpa ad un radiologo. Cosa è successo tra loro due? Sono convinta che questa donna sappia qualcosa, probabilmente anche qualcosa di più profondo di quanto crediamo, ma non lo abbia ancora rivelato.
Terzo nodo
Il buco nel camice. Sì, sembra una stupidaggine, ma nel primo episodio c’è questa spasmodica attenzione ad un foro nel camice di Duntsch. Josh, l’infermiere che segue Duntsch, glielo fa notare e lo guarda più volte in modo strano e curioso. Se all’inizio credevo che fosse solo un piccolo particolare senza senso, ora non riesco a non pensarci. Cosa simboleggia quel buco? Ho anche pensato ad un caso di personalità multipla. Non abbiamo visto, infatti, se durante l’intervento della signora Keller quel buco si vedesse. E se fossimo davanti all’evidenza di un cambiamento di personalità? Bravo chirurgo se il buco non c’è e omicida psicopatico con il camice bucato?
Ovviamente queste, per il momento, sono solo ipotesi. Sapremmo dire di più andando avanti con la visione, ammesso che l’ansia non mi divori completamente. Ma io sono fatta così: se qualcosa non mi fa venire l’ansia, neanche ci penso a guardarla.
Curiosità: Il ruolo di Christopher Duntsch doveva essere di Jamie Dornan, ma poi nell’autunno 2020 l’attore è stato sostituito da Joshua Jackson. Mi verrebbe da dire che è un peccato, se non fosse che lo sguardo innocente e dolce di Jackson forse rende il personaggio ancora più inquietante.