Recensioni, Serie TV

NOI: recensione del remake italiano di This is us su Rai Uno

This is us è una serie impareggiabile, su questo, purtroppo, c’è poco da dire. Ma l’Italia ci prova e fa un notevole salto nel vuoto, azzardandone un remake di cui ieri sera sono andati in onda i primi due episodi su Rai Uno: NOI.

La prima volta che ho visto This is us ho pianto per tre giorni. Tra il primo e il secondo episodio ho fatto passare una quantità di tempo che non saprei descrivere. E, da lì, è iniziato il mio amore smisurato per la famiglia Pearson.

Ieri sera, invece, ho iniziato NOI, remake italiano di This is us, prodotto dalla Rai e in onda su Rai Uno. I miei sentimenti sono stati contrastanti, sebbene non me la senta di demolire completamente l’idea di un remake stile italiano.

L’idea del remake di This is us

Di solito non sono una grande fan dei remake, ma la verità è che spesso e volentieri ho solo paura che mi deludano. Quando una storia mi piace, non vorrei vederla rovinata in nessun modo. Ma quando ho saputo di NOI ho provato gioia.

Perché se c’è una cosa che manca spesso alle serie TV italiane è il pathos. Abbiamo attori bravissimi, ma il più delle volte le sceneggiature lasciano un po’ a desiderare e finiamo con il banalizzare qualsiasi cosa. Risultato: attori da 10, trame da 6.

In questo caso, il soggetto era già bello e pronto. Bastava solo adattarlo (e parlerò più avanti di cosa vuol dire, davvero, adattamento) e fare un buon casting. Dopotutto, NOI, come This is us, non avrebbe avuto bisogno di effetti speciali o di una particolare post-produzione, quindi ero fiduciosa che sarebbe stato un buon lavoro.

NOI: come adattare This is us alla cultura italiana

Sebbene This is us, come tutto il resto della serialità made in USA, sia percepito come molto vicino alla nostra cultura, ci sono numerosi elementi che sarebbe stato difficilissimo lasciare intatti in una versione italiana.

Adattare una serie Tv non vuol dire solo tradurla, ma trasportare concetti da una cultura ad un’altra, lasciando intatto il significato intrinseco dell’opera. Non avrebbe senso celebrare il Ringraziamento in un paese dove questo non avviene, né rendere il Super Bowl l’avvenimento più importante per la famiglia Peirò in NOI.

Partiamo da Jack Pearson. Il personaggio interpretato da Milo Ventimiglia è un reduce della guerra in Vietnam, ma la sua controparte italiana Pietro Peirò difficilmente potrà avere lo stesso background. Parliamo di una situazione che un uomo italiano nato negli anni ’50 non potrebbe aver vissuto, non condividendo questo pezzo di storia con gli USA. Il passato di Pietro, quindi, seppur simile, sarà legato ad eventi che hanno caratterizzato la storia italiana, non necessariamente bellici.

Allo stesso modo, il Kevin Pearson attore belloccio che finisce ad interpretare una tipica sit-com americana di basso livello, diventa Claudio Peirò, giovane attore italiano che interpreta un maestro dall’aria bizzarra. Una sit-com come the Manny non troverebbe seguito in italia, per cui il background del personaggio è stato adattato ad una delle fiction più classiche che si possano avere nella TV italiana: la storia di un maestro.

E così via, diversi personaggi – a mio avviso – vedranno la loro storia allontanarsi gradualmente da quella delle loro controparti in This is us.

Cosa ne penso di NOI

Credo che NOI sia partita piuttosto bene, con i primi episodi quasi del tutto identici a quelli di This is us, ma da cui lentamente si discosterà su diversi particolari. Il cast, in linea di massima, mi è piaciuto. Ho trovato perfetti Lino Guanciale e Aurora Ruffino rispettivamente nei panni di Pietro e Rebecca.

Per quanto riguarda i Fantastici Tre, nutro ancora qualche riserva su Claudio e Daniele, che mi sono sembrati poco empatici. Ma, mentre Daniele ricorda tantissimo Randall, fermo restando il discorso sull’adattamento di cui sopra, non riesco proprio a capire come il personaggio di Claudio possa inserirsi nel contesto di una serie come This is us.

I tre fratelli, in This is us, vivono problemi legati alla loro vita che sono evidenti dal primo episodio. Randall è alla ricerca del padre biologico, così come Daniele. Kate ha evidenti problemi di peso che nascondono una serie di insicurezze legate a più avvenimenti che si snocciolano andando avanti con gli episodi, cosa che ho rivisto in Cate (ho apprezzato tantissimo l’interpretazione di Claudia Marsicano).

Ma Kevin è l’esatto esempio dell’attore esteticamente bello che tutti spacciano per superficiale, cosa che non riesco a rivedere in Claudio. Non per farne una questione di bellezza, che è insindacabile e soggettiva, ma Dario Aita – che personalmente a me piace – non incarna lo stereotipo del belloccio che invece Justin Hartley centra alla perfezione. Da qui, appunto, mi ricollego al fatto che probabilmente l’adattamento italiano ha qualcos’altro in serbo per questo personaggio, che nella versione USA è uno dei miei preferiti.

Alla luce di tutto ciò, non me la sento di criticare questa serie dopo solo due episodi e solo perché si tratta di una serie TV italiana. Negli ultimi anni la qualità delle nostre produzioni sta nettamente migliorando, e di questo sono molto felice perché potrebbe renderci molto più competitivi a livello internazionale.

E’ vero, però, che la bellezza e le sottigliezze presenti in una serie come This is us, difficilmente saranno replicabili.

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