Recensioni, Serie TV

Leonardo – recensione spoiler-free della serie TV in onda su Rai1

Si è conclusa ieri sera la miniserie evento di Rai1 dedicata a Leonardo Da Vinci. Non è la prima volta che la Rai porta in prima serata prodotti internazionali ambientati nell’Italia rinascimentale. Ricordiamo benissimo, infatti, la serie su I Medici andata in onda dal 2016 al 2019. Nel caso specifico di Leonardo, come per I Medici, parliamo di una produzione ibrida, in parte fortunatamente Made in Italy, in parte – altrettanto fortunatamente – co-prodotta con Regno Unito, Stati Uniti, Irlanda e Spagna. 

In questa recensione, mi soffermerò senza spoiler su cosa mi è piaciuto, nonostante non sia una grandissima amante delle serie TV di stampo storico.

Il meglio del Made in Italy e il meglio delle altre produzioni

Fortunatamente, dicevo, in entrambi i casi. Perché così facendo si è riusciti nella valorizzazione di elementi che altrimenti sarebbero andati persi. L’Italia gioca un ruolo fondamentale a livello di ambientazioni, specialmente la città di Firenze, centro nevralgico del Rinascimento italiano (anche se le riprese si sono tenute, per la maggior parte, a Tivoli). Altri elementi italiani della serie sono alcuni membri del cast: la giovane nuovissima scoperta Matilda De Angelis (già presente in The Undoing), che interpreta Caterina da Cremona, Alessandro Sperduti (che, ironia della sorte, torna a vestire i panni rinascimentali dopo aver interpretato Piero in I Medici), Giancarlo Giannini nei panni del Verrocchio e Pierpaolo Spollon nei panni del giovane Michelangelo.

Insomma, la controparte italiana ha giocato un’ottima partita. Ma, d’altra parte, questa partita non sarebbe stata possibile con una produzione esclusivamente italiana. Vuoi per il budget (30 milioni di euro), vuoi per la capacità di trasformare un racconto in serie TV, che noi italiani forse dobbiamo ancora affinare. Al cast, come protagonista, si aggiunge l’irlandese Aidan Turner – attore che mi pento di aver scoperto solo ora. Sì, perché tra Aidan Turner e Matilde De Angelis, sullo schermo, si instaura una chimica che fa paura. Da un lato la bravura di entrambi gli attori, dall’altro l’idea che finalmente riusciamo a vedere un Leonardo uomo e non solamente genio.

La più grande delle opere d’arte: il lato umano di Leonardo

Nell’immaginario collettivo, Leonardo Da Vinci è il genio che ha saputo inventare quasi tutto ciò che conosciamo ora, quello che ha dipinto la Gioconda e l’Ultima Cena e che si è lasciato dietro più misteri che altro. Nel mio immaginario, Leonardo Da Vinci è sempre stato un uomo anziano e con la barba. Come tante di quelle figure storiche che siamo abituati a studiare sui libri, non ho mai pensato ad un Leonardo giovane ma soprattutto non ho mai preso in considerazione il suo lato umano. 

Il Leonardo di Aidan Turner è un Leonardo tormentato, introverso, timido. Verrebbe quasi da dire bello e maledetto. Abbracciato da un’aura di mistero e incomprensione, il personaggio che vediamo negli otto episodi della serie TV è un personaggio sofferente. Solitudine e inadeguatezza segnano la sua vita fin dalla prima infanzia, quando non ha nessuno che lo ami o che si prenda cura di lui. L’unico a potersi prendere di cura di lui è lui stesso, e l’unica che può fargli compagnia è la sua immaginazione. Inizia qui il viaggio dell’artista e la sua crescita, accompagnata poi dal personaggio di Caterina da Cremona, donna che diventerà per lui più di una semplice amica. 

Per Leonardo, Caterina è amore nel senso più ampio del termine. E’ affetto, è famiglia, è complementarietà. Non amore romantico, non è ciò di cui Leonardo ha bisogno da lei e non c’è posto per l’eros tra loro due. Ma in lei trova un’ancora di salvezza, uno spirito affine al suo, qualcuno di cui potersi fidare. E’ un rapporto particolarmente complesso, specie perché non si hanno evidenze storiche dell’esistenza di questa donna. Al contrario, si hanno delle evidenze concrete circa il personaggio di Salai, che si sa essere stato allievo e amico, e anche probabilmente compagno, di Leonardo per quasi 30 anni. 

La serie non si pone come obiettivo quello di essere un resoconto storico accurato, infatti ciò che vediamo riguarda più l’animo introspettivo del grande genio piuttosto che le sue opere. Sì, assistiamo alla creazione dei suoi pezzi più importanti, che fanno da filo conduttore all’intera vicenda, ma restano fine a sé stessi a fare da sfondo alla crescita interiore di quell’uomo che oggi definiamo un genio universale. Entriamo nella sua mente, nelle sue emozioni ed empatizziamo con lui e con i suoi difetti. Con tutti quei colpi di martello che lo rendono una vera opera d’arte

Consigliata, ma non spero in una seconda stagione

Ho apprezzato un buon 75% della serie e devo dire che sono rimasta piacevolmente colpita per questo. Anche se non so quanto prenderei bene un’eventuale seconda stagione, come già si vocifera. La mia paura è che finisca per diventare noiosa (passatemi il termine) come I Medici. Ma forse sono solo io che non sono particolarmente avvezza alle serie TV storiche (infatti sto impiegando anni per finire The Crown).

Personalmente non sono delusa dalla poca accuratezza storica, ma ho trovato la trama un po’ lenta e macchinosa. Inoltre, ritengo che si sia persa una buona occasione per enfatizzare di più le sue opere d’arte. Se, da un lato, è vero che ogni episodio è stato dedicato alla creazione di un’opera, dall’altro – come dico poco sopra – le opere sono state solo uno sfondo ai tormenti di Leonardo. Era come se mancasse qualcosa. Sarebbe stato bello avere qualche approfondimento in più e non relegarle a semplice scenografia. Tuttavia, mi sento di consigliarla più di quanto abbia fatto per I Medici per via del profondo viaggio introspettivo che siamo chiamati a fare guardandola. 

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