A ventiquattro anni dalla sua primissima messa in onda, la mancanza di una serie capace di intrattenere come Buffy l’ammazzavampiri si fa sempre più palese.
Nel 2017, il cast si era riunito per celebrare il 20° anniversario della serie e, ammettiamolo, ci siamo tutti molto emozionati nel rivedere i nostri personaggi preferiti di nuovo insieme dopo tanto tempo.
A dirla tutta, io sono rimasta piacevolmente sorpresa da Sarah Michelle Gellar e David Boreanaz (gli inarrivabili Buffy ed Angel) che non sembravano invecchiati di un giorno.
Ora sono ben quattro anni che (neanche troppo) segretamente, spero in un revival con i controfiocchi.
Data la tendenza degli ultimi anni a resuscitare serie dei primi anni 2000 con estrema facilità con revival, reboot e remake (vedi Gilmore Girls, Chilling Adventures of Sabrina e – anche se vorrei dimenticarlo – Heroes Reborn), perché non sperare in un revival di Buffy, magari ambientato vent’anni dopo l’ultima stagione, così da giustificare il naturale invecchiamento dei protagonisti? E magari aiutandosi con la tecnologia per restituire a David Boreanaz e James Marsters i loro aspetti da trentenni.
Sicuramente il modo di fare serie TV è cambiato e una stagione da 20 e passa episodi, nell’era delle piattaforme streaming come Netflix e Prime Video, non funzionerebbe mai.
Ma sono sicura che tutti i nostalgici come me, di questi prodotti che hanno cambiato il nostro modo di guardare la TV, apprezzerebbero non poco la possibilità di rivedere la propria eroina nuovamente sul piccolo schermo.
Tuttavia, ahimè, sebbene molti membri del cast, tra cui la stessa Gellar, si siano in passato mostrati favorevoli ad eventuali revival e reboot, mi chiedo quanto questo possa giovare alla serie originale.
Oltre alla lunghezza delle stagioni (chi, oggi, guarderebbe una stagione con più di 20 episodi? Io e quante pochissime altre persone?), quanto sarebbe giusto aggiungere cose effettivamente non necessarie alla trama di Buffy?
Buffy è stata una delle poche serie ad essersi conclusa senza questioni irrisolte (a parte, ad esempio, cosa succede a Spike nel finale… Cosa che però è spiegata nello spin-off Angel).
È stata, ed è, una delle pochissime serie che non ha fatto annoiare nessuno e che ha regalato emozioni concrete, genuine, pure e scevre da qualsiasi forma di fanservice.
Sì, è vero, lo so, tenere David Boreanaz e James Marsters nel cast è stato una specie di fanservice ante litteram, ma nonostante questo nessuno di loro si è guadagnato un Happy Ending con Buffy, proprio perché gli sceneggiatori se ne sono fregati del fanservice (cosa che negli ultimi anni, invece, sembra aver preso fin troppo piede).
Altro aspetto importantissimo da considerare, inoltre, alla luce dei recenti avvenimenti, è che ormai nessun membro del cast sarebbe favorevole a tornare a lavorare con Joss Whedon. Il produttore è stato infatti al centro di una bufera mediatica partita dalle pesanti accuse di Charisma Carpenter, interprete di Cordelia, che sono state poi supportate da diversi membri del cast. Tutti hanno infatti denunciato l’atmosfera tossica e per niente serena, fatta spesso anche di discriminazioni e abuso di potere da parte di Whedon, che hanno vissuto durante gli anni di Buffy. Da qui le dichiarazioni di non voler più essere associati al nome di Whedon.
Ora, per quanto io ritenga che si possa essere persone orribili e saper comunque fare bene il proprio lavoro, sembra più che logico che nessun membro del cast vorrà mai rivestire i propri vecchi panni se questo significa lavorare di nuovo con Joss Whedon (e come dar loro torto).
Dopo i recenti avvenimenti, dunque, sembrerebbe quindibche le ipotesi di revival avanzate negli ultimi anni si siano completamente polverizzate, come un vampiro dopo essere stato trafitto da un paletto.
Probabilmente un revival sarebbe meraviglioso per noi, ma forse non farebbe del bene alla storia che ci ha accompagnati per anni. Quella storia che sa di indipendenza, autodeterminazione, ma anche fragilità e che rappresenta valori che ci hanno, in qualche modo, segnati.